Occhiuto afferma che qualcuno ha pagato delatori
contro di lui
Il sindaco renda pubblici i nomi e denunci tutto alla Magistratura
CRISI IDRICA | Il SINDACO ARCHITETTO FORNISCA I DATI SULL’EROGAZIONE DELL’ACQUA NEGLI ACQUEDOTTI COMUNALI E RIFERISCA IN CONSIGLIO
SUBITO RIFORMA DELLA SORICAL, DIVENTI SOCIETÀ INTERAMENTE PUBBLICA
L’ACQUA È UN BENE COMUNE E PUBBLICO. I CITTADINI ITALIANI LO HANNO RIBADITO IN UN REFERENDUM
COSENZA lunedì 16 gennaio 2017 «Ci auguriamo che Occhiuto abbia già informato la magistratura rispetto alle parole gravissime (“Hanno provato
a fermarmi con le denunce, con la magistratura, pagando delatori”- ha detto il sindaco di Cosenza il 13 gennaio) che ha pronunciato in conferenza
stampa. Ci auguriamo che renda pubblici nomi e cognomi di chi si sarebbe reso responsabile di queste gravi condotte».
E’ quanto ha affermato Carlo Guccione, consigliere comunale e coordinatore della Grande Cosenza durante la conferenza stampa di questa mattina, alla
quale hanno partecipato anche il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Damiano Covelli; il consigliere comunale del Pd, Bianca
Rende e il capogruppo della Grande Cosenza, Enrico Morcavallo.
«Una città – ha detto Carlo Guccione -capoluogo di provincia di 70mila abitanti come Cosenza ha bisogno di una dotazione di acqua pari a 250 litri al
secondo. Sorical ne fornisce 308 al secondo. Quanta acqua forniscono invece gli acquedotti comunali? Chi bara?
Perché il Comune di Cosenza non fornisce i dati degli acquedotti?
Sorical ha reso noti i dati di erogazione dell’acqua a Cosenza. L’amministrazione comunale guidata da Occhiuto non ha ancora fornito i dati relativi agli
acquedotti comunali “Merone”, “Zumpo” e “Timpa Fusa”. L’acqua erogata da questi acquedotti deve essere necessariamente aggiunta a quella fornita
dalla Sorical.
Ancora una volta mi chiedo: chi bara? Il Comune non ha mai contestato le forniture e relative fatture emesse dalla Sorical per l’acqua. I cosentini non
possono pagare e subire sulla loro pelle tutti questi disservizi. L’amministrazione comunale di Cosenza non si può sottrarre al Consiglio Comunale
attraverso una dettagliata relazione sulla stato della rete idrica interna alla città, sulle fonti di approvvigionamento idrico, sugli allacci abusivi, indicando
un cronoprogramma degli interventi necessari da mettere in atto subito.
L’amministrazione comunale di Cosenza deve versare a Sorical 4.393. 459,84 di Euro per le forniture idriche degli anni 2014, 2015, 2016».
«In Calabria - ha aggiunto Carlo Guccione - la Sorical ha rappresentato lo specchio del disastro di una classe politica che ha provocato danni enormi:
Sorical (Veolia per la parte privata e Regione Calabria per la parte pubblica) nel 2012, quando è stato deciso di metterla in liquidazione, aveva 350 milioni
di euro di debiti. Fino al 2014 non è stata nemmeno fatta la manutenzione ordinaria della rete adduttrice. Nessun investimento è stato realizzato per
come prevedeva l’accordo sottoscritto da Veolia per l’implementazione e innovazione tecnologica sulla rete adduttrice. Oggi Sorical paga 10 milioni di
euro di mutui per il Piano di ristrutturazione del debito. Questi sono solo alcuni dati che restituiscono lo spaccato fedele di quello che è stata la Sorical».
«E’ necessario – ha sottolineato Carlo Guccione - avviare una riforma del settore. Bisogna mettere subito in atto una riforma della Sorical. Ne ho parlato
nella commissione regionale competente alla presenza del vicepresidente della Regione, Viscomi. E ne ho discusso pure in consiglio regionale durante
l’approvazione del Bilancio. L’ACQUA E’ UN BENE COMUNE E PUBBLICO. Va rispettato l’esito del Referendum del 2011. Gli italiani hanno deciso che
la gestione del servizio idrico deve essere interamente pubblica. La Regione deve dare vita a una società interamente pubblica che gestisca i servizi
idrici».
Perdita fondi per la riqualificazione delle periferie
«Occhiuto – ha aggiunto Carlo Guccione - dice che Cosenza è in posizione utile all’interno della graduatoria del Programma straordinario di interventi per la
riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. Si tratta dell’ennesima figura barbina rimediata dal sindaco architetto. Siamo in presenza di una vera e
propria mistificazione. Il Decreto approva la graduatoria delle domande presentate e assegna un punteggio di merito rispetto ai criteri fissati dal bando
(500 milioni di euro disponibili). Cosenza non potrà utilizzare una parte delle risorse nazionali messe a disposizione dal Governo Renzi, perché si è
posizionata all’ottantottesimo posto con 45 punti su 100. Altro che sindaco architetto.
I criteri di valutazione dei progetti per come stabilito dal bando sono:
1) Cantierabilità dei progetti (da 0 a 25 punti)
2) Cofinanziamenti anche privati (da 0 a 25 punti)
3) Fattibilità economica e finanziaria, coerenza del progetto (da 0 a 20 punti)
4) Qualità e innovatività del progetto sotto il profilo organizzativo, gestionale, ecologico- ambientale e architettonico (da 0 a 20 punti)
5) Capacità del progetto di innescare un processo di rivalutazione economica, sociale e culturale nel contesto urbano di riferimento (da 0 a 10 punti).
La commissione esaminatrice ha assegnato 45 punti al Comune di Cosenza. Il bando era riservato solo alle 120 città capoluogo di provincia. I numeri
parlano chiaro e registrano un fallimento completo di Mario Occhiuto».